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Seminario RICT: Commercio Elettronico, le frontiere della Privacy
Le tecnologie di comunicazione applicate al web sono in continua evoluzione, tanto che oggi si parla di Web 3.0 come fattore critico di successo aziendale. Cogliere questa opportunità, nel pieno rispetto della normativa privacy, rappresenta pertanto un grande vantaggio competitivo per le aziende.
E’ questo il tema del seminario, promosso dal RICT (il gruppo formato dalle aziende associate a Confindustria Piacenza che si occupano di Ricerca, Innovazione, Comunicazione e Tecnologia) in collaborazione con lo Studio Galli Data Service, che si è svolto il 21 Novembre 2014 presso la Sala Convegni di Confindustria Piacenza.
I numerosi partecipanti hanno potuto apprezzare l’intervento introduttivo del Dott. Alberto Belloni, Presidente del RICT e CEO di Dinamoweb: l’evoluzione della rete offre nuove modalità d’interazione con l’utenza, che richiedono alle aziende di rimodulare la propria presenza sul web; social network ed acquisti on-line sono fenomeni in espansione; internet è sempre più lo strumento di raccolta informazioni, principalmente attraverso i motori di ricerca, dei quali diviene fondamentale conoscere gli algoritmi di funzionamento per massimizzare l’interazione col pubblico; i siti internet devono essere ben indicizzati, coerenti nei contenuti e facilmente navigabili, anche e soprattutto tramite mobile. Le aziende possono così aumentare la propria visibilità e la propria capacità di relazionarsi proattivamente con l’utenza. In questa ottica è fondamentale conciliare la funzionalità del sito con il rispetto delle normative e dei diritti dei navigatori, tema su cui si è sviluppato gran parte del seminario.
Il Dott. Gregorio Galli, fondatore dello studio Galli Data Service, partendo da numerosi esempi reali, ha mostrato come l’utilizzo delle moderne forme di interazione offerte dalla tecnologia, implementate nel rispetto della normativa privacy, oltre a mettere al riparo le aziende da sanzioni rilevanti che possono danneggiarne il patrimonio e l’immagine, le qualifica agli occhi degli interlocutori. Rassicurati dal rispetto dei loro diritti e stimolati dalla tecnologia, gli internauti sono più propensi all’interazione, dalla quale possono scaturire preziose informazioni per sviluppare il business aziendale.
Da questo punto di vista in Italia c’è ancora molto da fare: da una recentissima indagine (agosto 2014) condotta su un cospicuo campione di siti web italiani, è emerso che il 67% di essi non rispetta i diritti privacy dei navigatori, commettendo irregolarità sanzionabili mediamente con 14.000 € a sito. Nella maggior parte dei casi non è rispettato l’obbligo di informare l’interessato su come saranno trattati i suoi dati e la necessità di acquisire un consenso libero, specifico e documentato.
Tali obblighi risultano particolarmente significativi qualora si utilizzino form di raccolta dati per gestire richieste di informazioni, per registrare gli utenti abilitandoli a particolari servizi (acquisti on-line, download di contenuti, commenti e pareri, ecc.), per ricevere candidature professionali.
Forte della pluriennale esperienza di consulente privacy ed esperto di sistemi di gestione per la protezione ed il governo dei dati, Galli ha suggerito agli imprenditori presenti un’importante riflessione: i dati raccolti attraverso il web come impattano nella conformità privacy complessiva dell’azienda? Sono adeguatamente protetti? Sono assegnati ruoli e responsabilità ai soggetti, magari esterni, che li trattano? Vengono utilizzati per attività di profilazione e marketing?
Quest’ultimo interrogativo ha fatto da filo conduttore all’ultima parte del seminario, in cui si sono approfonditi temi recentemente oggetto di pronunce da parte dell’Autorità Garante Privacy: cookies di profilazione commerciale, newsletter e mass-mailing, applicazioni di Cutomer Relationship Management (CRM), sistemi di mobile remote payment e firma grafometrica, social marketing.
L’evento si è concluso con un vivace dibattito incentrato su ruoli e responsabilità associati ai diversi soggetti che operano on-line: l’azienda titolare del sito, la webagency che lo sviluppa, il data center che lo ospita, il consulente che gestisce l’attività di relazione e marketing. Infine si è ampiamente discusso sulla “moda” del momento, ossia l’utilizzo a fini commerciali di Facebook e dei principali social network, analizzando il sottile confine tra prassi lecite ed illecite.
L’analisi in real-time del sito internet di un imprenditore presente in aula ha consentito infine al relatore di proporre un importante suggerimento alla platea: usare un linguaggio chiaro, sintetico, trasparente, rispettoso, incentivando il navigatore a relazionarsi con l’azienda. In sostanza ripensare l’informativa privacy non con la logica del mero obbligo normativo, ma con l’obiettivo di: comunicare affidabilità, creare fiducia, generare relazioni, acquisire dati, sviluppare il business. Confindustria Piacenza ha garantito il massimo supporto alle aziende che intendono sviluppare questa visione strategica, attraverso l’impegno a supportare il percorso di revisione dei siti internet, certificandone e promuovendone i requisiti di conformità normativa. (in allegato l'articolo di Libertà del 20/01/2015).